Castelnovo ne’ Monti (Reggio Emilia), i misteri della Pietra di Bismantova

di Stefano Panizza

Sono vicino a quel massiccio altopiano dalle pareti scoscese noto come la “Pietra di Bismantova” e che, con i sui mille e passa metri di altezza, domina il panorama circostante. Ma fa impressione visto anche da lontano. Anzi, quasi incute timore, con la sua vaga forma di nave. Però, è soprattutto ai suoi piedi che si prova un senso di impotenza.

Lo stesso Dante lo ammira al ritorno da un viaggio in Toscana, sottolineandone la ripida ed impervia ascesa, e ne parla pure nel “Purgatorio”. 

Ad accogliermi, è un eremo del 1400 e la sua chiesetta. Si dice che a costruire la parte più antica del complesso sia stato un anacoreta, che aveva trovato rifugio in una delle grotte della montagna. E lo fece nel punto in cui sgorgava una sorgente di acqua fresca. Anche se non fu il primo a pensare alla massiccia rupe come ad un luogo di culto, visti i riti pagani qui officiati da tempo immemorabile (non per nulla pare che il nome “Bismantova” derivi dall’etrusco e significhi, più o meno, “pietra scolpita per sacrifici”).

Comunque sia, la struttura custodisce un affresco coevo della “Madonna del Latte”, molto venerato perché considerato miracoloso.

A questo proposito, va detto che le guarigioni straordinarie, seppur ben presenti nella tradizione popolare ed accennate in documenti ecclesiastici, sono poco certificate. Il motivo? Le invasioni napoleoniche e l’Ottocento italiano potrebbero aver fatto sparire tutto ciò che poteva dare gloria alla Chiesa.

Va detto che la zona si presenta piuttosto franosa. Ed è per questo che tale chiesa è rimasta chiusa anche in tempi recenti (poi riaperta nel 2017).

E, per la cronaca, prima dell’anno Mille ne sorgeva un’altra sulla sommità della Pietra, unitamente ad un castello ancora più antico. Ovviamente, non risparmiati da questi movimenti, a volte lenti, a volte veloci, del terreno.

Naturalmente, una volta giunti sul posto, non ci si può esimere dal salire per arrivare sulla sua piatta cima.

Ed eccomi lungo un sentiero sterrato, accompagnati a destra da una ripida parete rocciosa e a sinistra da una scoscesa boscosa non meno emozionante. Curiosamente, ogni tanto si incontrano lungo il calpestio delle pietre istoriate con motivo animale.

Dopo una salita non sempre agevole di circa mezzora, si arriva in cima. Dove davvero si gode di un panorama mozzafiato.

Però, a questo punto, è inevitabile chiedersi come mai gli aspiranti suicidi scelgano di sottoporsi ad un tale sforzo, prima di compiere il gesto estremo. Non solo… perché, guardando non senza patema verso il basso, ci si rende conto che morire immediatamente non è per nulla scontato. Visto che, fra sporgenze, vegetazione e quant’altro, si rischia di “rimbalzare” più e più volte prima di toccare terra (e morire).

Insomma, perché tribolare anche per lasciare questo mondo? Sicuramente il luogo fa percepire un’energia particolare, vera o figlia di suggestione che sia. E che se da una parte attira, dall’altra potrebbe condizionare il libero pensiero. A rafforzare l’idea che il luogo abbia un che di strano, la leggenda che la Pietra fu costruita dal diavolo in persona, per lanciarsi alla conquista di nuove anime, e che vi dimori tuttora, forse per partecipare ai riti di magia nera che lì si celebrano (anzi, si dice pure che sia uno dei passaggi per l’inferno). Le prove? Impronte sulle rocce a forma di piede di capro, incisioni magiche e segni di mani gigantesche che la tradizione racconta lì trovarsi.

Ma per gli appassionati di UFO, la Pietra di Bismantova è soprattutto una “zona finestra”, cioè un punto dove le misteriose presenze aeree si manifestano visivamente con maggior frequenza. Ma anche nel campo dell’invisibile, unitamente ad altre stranezze, come testimoniato da chi, in modo amatoriale, ma anche professionale, vi ha indagato. E si parla di una insolita radioattività, di onde radio a bassa frequenza (come quelle che si registrerebbero negli stati meditativi) e di energie visibili solo nell’ultravioletto.

Ovviamente, però, la parte più spettacolare e intrigante è l’apparizione di sfere di luce percepibili all’occhio umano (e a volte pulsanti).

Come il 16 dicembre del 1978, quando due testimoni osservano un oggetto luminoso scendere improvvisamente dal cielo e fermarsi sopra la cima della montagna. Oppure, circa vent’anni dopo, nel momento in cui una persona terrorizzata viene inseguita da una bizzarra e lucente sfera (e sarà difficile convincere questa persona che potrebbe trattarsi di fenomeni atmosferici o di movimenti tellurici…). Ma anche tornando indietro nei secoli si trovano testimonianze a dir poco insolite. O forse solo leggende, come quella che racconta di un cavaliere crociato tramortito da una luce fortissima (non è chiaro se sia lo stesso cavaliere che si dice ingaggiò una lotta furibonda lotta contro il demonio, e dalla quale uscì a mal partito).

Comunque stiano davvero le cose, la Pietra sembra accontentare i cultori di varie discipline”: ufologici, demonologi, spiritualisti, archeologi, fisici, meteorologi…