Fidenza (Parma), il sinistro monte “La Battaglia”
di Stefano Panizza
È un giorno del 1149, sulla strada rialzata che unisce Cogolonchio a Tabiano. Qui, nel punto che prenderà il nome di monte “La Battaglia”, si consumerà la lotta fratricida fra Delfino (chiuso nel castello di Tabiano) e Guglielmo Pallavicino. Il primo alleato dei Parmensi e dei Cremonesi, il secondo dei Piacentini.
Come andò a finire? La battaglia fu combattuta aspramente, e si risolse solo quando Delfino, con un’idea geniale, effettuò una carica di cavalleria che costrinse i nemici ad una fuga precipitosa (e, a fine giornata, furono centinaia i morti ed i prigionieri)
Bene, ma il mistero dov’è?
Tutto nasce da un colloquio con Stefano, appassionato ciclista.
“Tu che ami il mistero, sei mai stato a Cogolonchio, nel luogo della battaglia (NdA mai sentito…)? Pensa che, fra i ragazzi di Fidenza di qualche anno fa, era usanza andarci e di notte, per ascoltare ancora il rumore di ferraglia degli armigeri. Ci sono stato anch’io un paio di volte, se ben ricordo, ma non ho mai percepito alcunché di strano. Invece mio suocero mi ha confermato che sua mamma gli diceva che i vecchi (e qui andiamo parecchio indietro negli anni) sostenevano che nel bosco <a s’ghe sintiva>, che, come saprai, è un modo per dire che si udivano suoni e rumori innaturali.
Mio suocero mi ha anche detto che a S.Maria del Gisolo, sull’attuale Via Francigena, ci poteva essere un accampamento del Barbarossa. Da lì a Cogolonchio il passo e’ veramente breve. E pare che quel sito fosse chiamato la <Barbarossa>, di più non so, però”.
E così mi sono messo in cerca di questo misterioso posto. Che davvero misterioso lo deve essere (“fantasmi” a parte), visto che, chiedendo a destra a manca, nessuno sembra conoscerlo (e questo consola la mia ignoranza). Probabilmente, ho chiesto alle persone sbagliate, cioè a camminatori “venuti da fuori”, quindi ignari di un luogo che non compare in nessuna cartina geografica.
A dire il vero, non esiste neppure un documento storico che dica “è qui” o “è là”. Diciamo che la scelta, come avrò modo di capire in seguito, è motivata da una serie di congetture. Perché il castello è distante solo due chilometri, è vicino a Borgo San Donnino (come riportano le cronache del tempo), è un ramo della Via Francigena e una via di comodo accesso per le truppe parmensi e cremonesi accorse in aiuto al castello.
Ma torniamo alla “nostra” ricerca.
Finalmente, incontro una coppia di anziani signori che escono da un’abitazione. “Prosegua dritto, lo troverà alla sua destra”, mi assicurano.
Ne approfitto per chiedere dei “rumori di battaglia” che ancora, seppur saltuariamente, si sentirebbero, come affermato da Stefano.
“Mah… a dire il vero non ne ho mai sentito parlare, e, sì, che non sono più tanto giovane…”, ammette con ironico scetticismo.
Alla fine arrivo al punto indicato. Un piccolo bosco è il punto esatto in cui la gente sentirebbe gli strani rumori.
Rintraccio il proprietario del terreno su cui poggia. “È la prima volta che sento una storia simile. So che diverse persone sono andate lì con il <cercatore di metalli> e senza chiedermi il permesso… Comunque, forse i fantasmi sono semplicemente il vento che da queste parti sibila volentieri”.
Cosa concludere, viste le informazioni contraddittorie? Probabilmente nulla.
Perché da una parte abbiamo la gente del posto, che dichiara di non saperne niente. Dall’altra, pare fosse usanza fra i fidentini recarsi in quel luogo, magari per una sorta di “prova di coraggio” (e se andavano lì, vuol dire che la storia delle “voci” da qualche parte doveva pur circolare).