Gragnano Trebbiense (Piacenza), le streghe si scatenano

di Stefano Panizza

Il castello di Gragnano Sottano (un tempo detto anche Ugoleni e oggi Gragnanino) fa venire in mente la storia delle presunte streghe che qui fecero una brutta fine. Ma facciamo un lungo passo all’indietro…

Il maniero risale all’anno Mille e si sa che ospitò niente meno che l’imperatore Federico I di Svevia, proveniente da Pavia dove era stato incoronato re d’Italia. E che fu di proprietà dei Malaspina e degli Scotti, tanto per citare le famiglie più importanti. Poi, venne distrutto nell’Ottocento, sostituito da una villa neoclassica circondata da un ampio parco, attualmente privati.

Ma entriamo nel vivo del discorso. Andiamo, dunque, alla fine del 1500. Il duca Ranuccio I Farnese regna su Parma e Piacenza. E, come consuetudine del tempo, ha un’amante. Di nome fa Claudia ed è giovanissima, visti i suoi quindici anni. E, soprattutto, è bellissima. Ma ad essere coinvolta è anche la madre Elena Torti Colla, che cerca in tutti i modi di favorire la loro relazione (per un chiaro discorso di opportunismo). E ci riesce piuttosto bene, visto che la ragazza dà al duca due figli, anche se, per ragioni politiche, il signore finisce per sposare la bruttissima undicenne Margherita Aldobrandini (che è ricca e nipote del papa).

Purtroppo, non solo non è una gran “bellezza” ma non riesce neppure a dare degli eredi legittimi al duca. Infatti, il primo figlio muore poche ore dopo il parto. Non più fortunata è la figlia, che nasce l’anno successivo. Fra aborti ed altre situazioni sfavorevoli, ad un certo punto un bimbo “ce la fa”. Si chiama Alessandro. Peccato che sia sordomuto…

 

E la colpa di tutto questa sfortuna, chi la prende? La giovane amante (ma anche la madre e pure una “complice”, la friulana Antonia Zanini, oltre che altri personaggi, diciamo, secondari). Certo, visto lo stato perennemente depressivo e le frequenti allucinazioni di cui il duca è vittima, non è molto difficile convincerlo di questo (perché a qualcuno la responsabilità bisogna pur darla, per tranquillizzare gli animi).

Così, il 27 aprile 1611 le donne vengono arrestate con l’accusa di stregoneria. Da qui, passare alla tortura per aver da loro una confessione completa, il passo è breve. E la ragazza si mette a parlare di filtri d’amore e delle varie e sofisticate tecniche per realizzarli. Ma anche di gesti sacrileghi, come il battere un’immagine della Madonna, di tecniche per accelerare il battito cardiaco del duca e dell’utilizzo di ferraglia varia per scatenare influenze nefaste. E poi c’è un curioso “pomo verde”, ritenuto simbolo del demonio. A tal proposito, entrano in azione di esorcisti pronti a scacciare il Maligno. E sarà pure una singolare coincidenza, ma nel momento in cui Lui pare andarsene dall’oggetto, nella zona si scatena un furioso temporale, condito da grossi chicchi di grandine, che finisce per distruggere i raccolti.

Per chiudere il cerchio, vengono ascoltati vari testimoni, più o meno attendibili, che gettano benzina sul fuoco. Ad esempio, affermano che la complice friulana ogni giovedì notte, nuda e scapigliata, se ne va in giro a fare delle orge, preferendo quelle dove il diavolo è presente.

Ma, a questo punto, verrebbe da dire, il castello di Gragnano cosa c’entra? C’entra, c’entra, perché la prigione sta proprio nelle sue segrete.

E come va a finire? Che Ranuccio patisce sempre un male cane e che sente perennemente puzza di zolfo, mentre le donne vengono condannate come streghe ad essere bruciate vive.

Fine della storia, o forse no… perché si dice che le anime delle sfortunate protagoniste siano rimaste intrappolate nelle prigioni che hanno dato asilo alle loro sofferenze.

Tutto chiaro, dunque? Mica tanto…

Sì, perché negli atti ufficiali del processo mancano gli ultimi fogli. Quindi, non si quale sia stata la sentenza. Di conseguenza, è possibile che, almeno Claudia, essendo l’amante del duca, sia stata graziata, oppure che tutte siano rimaste “semplicemente” in prigione. Sicuramente erano ancora vive nel luglio del 1614. A dar ragione ad una soluzione pacifica della faccenda, c’è anche il fatto che, dopo dodici anni di matrimonio, cioè nel 1612, la “bruttissima” dà alla luce Odoardo (completamente sano, finalmente). Così, il duca ha un valido successore e cade il motivo di tanto astio contro le povere donne. 

Insomma, non sempre le cose stanno come solitamente si raccontano…