Il primo UFO “ufficiale” italiano?

di Stefano Panizza

Come molti sapranno, il termine “UFO”, acronimo di “Unidentified Flying Object” nacque nel 1952, coniato dalla “United States Air Force”, cioè dall’Aereonautica Militare degli Stati Uniti. Definì così quegli oggetti volanti che rimangono non identificati, anche a seguito di puntuali verifiche.

Da allora, ne è passata di acqua sotto i ponti, tanto da arrivare alla più moderna definizione di “UAP” (“Unidentified Aerial Phenomena”), cioè “Fenomeni Aerei Non Identificati”, una terminologia svincolata dall’equivalenza UFO=astronavi extraterrestri, ormai entrata (a torto) nell’immaginario collettivo. Però, i cambiamenti “ufficiali” non sono stati solo formali, perchè, come testimoniano le dichiarazioni delle autorità americane del 2021 e 2022, lassù c’è davvero qualcosa che non si sa che cosa sia. E non è solo per la scarsità di elementi a disposizione di chi indaga, come capitava negli anni Cinquanta e seguenti.

Ma rimaniamo a quei tempi…

Il primo caso “ufficiale” di UFO (quando ancora le strane cose che volavano si chiamavano “dischi volanti”), si presentò prima degli anni Cinquanta, con la segnalazione del pilota Kenneth Arnold. Costui, il 24 giugno 1947 raccontò di aver osservato, mentre con il suo aereo era alla ricerca di un velivolo militare di cui si erano perse le tracce, nove strani oggetti volanti vicino al monte Rainier (Stato di Washington). Riflettevano i raggi del Sole, procedevano in modo “irregolare” e volavano ad una velocità molto elevata. Sorpreso ed incredulo, non riuscì a capire di che cosa si trattasse.

Comunque, una volta atterrato, fece rapporto all’Amministrazione dell’Aeronautica Civile. La definizione di “dischi volanti” nacque casualmente, quando raccontò la sua storia ad un gruppo di persone, fra le quali vi erano alcuni giornalisti. “Il loro moto era irregolare, come un piattino lanciato sull’acqua“, disse. Da qui il termine di “flying saucers”, letteralmente “piattini volanti” (e il passaggio a “dischi volanti” fu breve).

Come si può vedere, la descrizione che Arnold aveva fornito si riferiva al movimento degli oggetti piuttosto che al loro aspetto. Perchè egli li descrisse come mezzelune, ovali davanti e convessi dietro.

Ma di cosa poteva essersi trattato? Forse di un gruppo di aerei ad ala volante in volo sperimentale. 

Ad ogni modo, è allora che nacque la moderna ufologia.

Ed in Italia, quando si tiene il suo battesimo?

Forse sono in pochi a saperlo, ma, dopo quel fatidico “24 giugno”, il primo avvistamento nostrano che ha avuto diffusione mediatica avviene a Campore di Salsomaggiore Terme (Parma). Torniano, dunque, idealmente a quei momenti…

Siamo alla periferia est del borgo, alle ore 21,50 di una sera fra il 15 ed il 17 d’agosto 1947. Due signore, la cinquantenne Camilla di Bologna e Rose Marie da Villa Laviosa, stanno osservando il cielo a caccia di meteore. Questa abitazione esiste ancora, con il suo bel colore giallo e probabilmente meno lussuosa ed elegante di un tempo, ma nella zona quasi nessuno la ricorda con quel nome.

Comunque sia, le due donne si guardano attorno curiose, probabilmente fra una chiacchera e l’altra. Ed è così che, ad un certo punto, notano due rotondi dischi luminosi, entrambi grandi il doppio della Luna piena. Attraversano lentamente il cielo notturno (con una velocità definita “come quella di un aeroplano”), silenziosi ed appaiati. Risultano verdi all’esterno, rossi nella parte intermedia e bianchi al centro. E lasciano dietro di sé una corta scia color bianco latte. Vanno in direzione est, quindi verso Parma, poco distanti dallo svettante castello di Bargone. Lo spettacolo dura parecchi secondi, per questo hanno modo di osservarli con calma ed attenzione.

 

(una ricostruzione dell’avvistamento)

 

 

Di cosa si è trattato?

L’importante rivista di astronomia “Coelum”, nel suo numero di “novembre-dicembre 1947”, scrive che “non si tratta probabilmente di un fenomeno astronomico”.

Il caso non sembra aver avuto ulteriori sviluppi. Io stesso, che abito a Salsomaggiore, ho cercato di approfondire, ma senza esito.

Quindi, si può davvero parlare di “oggetti volanti non identificati”.