Nibbiano (Piacenza), il santuario delle formiche volanti

di Stefano Panizza

Nibbiano è un grazioso paese, in buona parte ristrutturato e adagiato sulle colline che seguono il corso del fiume Tidone. E che invita a gironzolare fra le sue viuzze.  

Ed è così che scopro una curiosa pittura murale in forma di quadrato che rappresenta una “Madonna con Bambino”. Si trova a fianco della chiesa dedicata a san Pietro apostolo, edificata alla fine del 1500, pur esibendo una facciata dal gusto barocco. Sì, perché fra le sue immagini color ocra spicca ed incuriosisce quella aureola attorno al capo della Vergine…

Già… ai meno attenti ricordo che nell’iconografia cristiana l’uso dell’aureola è regolato da norme ben precise. E, cioè, che la comune aureola di forma circolare è riservata agli angeli e ai santi, mentre quella raggiera ai beati. Per Gesù, invece, si utilizza un’aureola nella quale è inscritta una croce rossa. Mentre una di colore nera simboleggia la malvagità e viene impiegata per il diavolo e Giuda. E quando si parla della Madonna? Questa, solitamente, esibisce una corona, e non un’aureola, decorata con dodici stelle (o una sola stella), a cui si aggiungono da una a sette fiamme.

Insomma, una cosa ben diversa da quella raffigurata a Nibbiano…

Quindi, perché questa licenza artistica?

Comunque sia, sono nel paese per chiedere lumi sulla famosa storia delle formiche volanti. Che forse poi così tanto famosa non deve essere, visto che nel piccolo borgo nessuno la conosce. Salvo un ragazzo, che mi dà le giuste informazioni ed indicazioni.

Ma facciamo un passo all’indietro…

La tradizione racconta che attorno all’8 settembre, festa della Madonna, milioni di “Myrmicae Scabrinodis”, in pratica formiche volanti, si radunano presso il santuario di Santa Maria del Monte, nella vicina località di Carreggio. Arrivano da molto lontano, per terminare qui il proprio volo nuziale. Sì, perché i maschi, dopo l’accoppiamento, cadono a terra e muoiono (rendendo nero il suolo su cui si depositano). Le femmine, invece, una volta fecondate, perdono le ali ma sopravvivono, cercando un luogo, magari un anfratto, in cui deporre le uova e dar vita ad un nuovo formicaio.

Probabilmente, il fenomeno ha origini lontane, ben oltre la data di costruzione del santuario che risale al XII secolo. A dar ragione all’ipotesi, un’antica cappella, oggi scomparsa, intitolata alla “Madonna delle formiche”.

E sicuramente il caso di Nibbiano non è unico, visto che, tanto per rimanere nella sola Emilia, questa curiosa manifestazione si presenta anche a Pellegrino Parmense (il 24 luglio), a Vetto di Reggio Emilia (l’8 settembre) e a Pianoro di Bologna (sempre l’8 settembre).

Comunque sia, fino a pochi decenni fa era usanza raccogliere le formiche morte e cadute all’interno di pacchetti, perché si pensava avessero proprietà terapeutiche, tanto, ad esempio, da ricavarne un unguento per curare i reumatismi (forse grazie all’acido formico che questi insetti contengono).

Naturalmente, occorre andare in loco… mettendo in preventivo una lunga salita che si inerpica lungo il monte, comunque sempre percorribile in auto. Poi, giunti in cima all’altura, a 625 metri di quota, si verrà anche ripagati da una vista panoramica sulla vallata sottostante.

Purtroppo, il giorno della mia visita, il santuario è chiuso (e non c’è in giro nessuno a cui poter chiedere informazioni).

Così, c’è tutto il tempo per porsi le inevitabili domande. E cioè:

– come mai le formiche volanti hanno scelto proprio le specifiche località sopra citate? in fondo non hanno nulla di eccezionale;

– perché i luoghi sono in numero così limitato, visto, appunto, che non mostrano nessuna particolarità?

– ogni anno, come fanno gli insetti a non “sbagliare strada”? forse percepiscono il campo magnetico come gli uccelli;

– come mai sembrano prediligere i luoghi religiosi, visto che questi, apparentemente, non mostrano nessun fattore ambientale fuori dall’ordinario?

– può esistere una relazione tra il fenomeno, che solitamente si presenta attorno all’8 settembre, e la figura della Madonna, il cui compleanno si festeggia proprio attorno a quella data, come ritiene la devozione popolare?

Chissà…