Torresana, l’Atlandite del parmense a Borgo Val di Taro ed altri misteri

di Stefano Panizza

Scomparve attorno al 1200, nei pressi dell’attuale Borgo Val di Taro. Da allora, non se ne sa più nulla, né furono rinvenuti i suoi resti.

Stiamo parlando della “mitica” Torresana (il cui nome deriva dall’antica Turris), una sorta di Atlantide delle terre parmensi, anche se venne sommersa da un mare di fango, anziché d’acqua.

Si sa che fu governata dalla famiglia Platoni e che, tramite un cunicolo che passava al di sotto del Taro e del ponte che lo scavalcava, si collegava con la pieve dedicata a san Giorgio, posta sulla riva destra del fiume.

Quindi, come suggerisce anche il moderno toponimo, Torresana si trovava sul lato sinistro del Taro.

Provo a cercarne conferme, chiedendo a chi abita in zona. “Mah… girano solo delle storie… forse un tempo c’era davvero, ma secondo me è solo una leggenda”, sostiene un signore di mezza età.

Probabilmente il gentile signore ha torto, perché esiste almeno una fonte storica accertata che ne parla. È un diploma rilasciato da Ottone I (X secolo), dove si scrive di una “plebs Sancti Georgii” e che vicino ad essa nacque un borgo chiamato, appunto, Torresana.

Faccio domande ad altre persone ma, ahimè, riscontro una sostanziale ignoranza.

Quindi, non riesco a saperne di più rispetto alle mie conoscenze iniziali.

Continuiamo a parlare di misteri, avvicinandoci ai giorni nostri.

È la primavera del 1799. Da troppo tempo, ormai, la guerra tra Napoleone e gli avversari tedeschi strema la popolazione: saccheggi, carestia e morte sono il comune denominatore di quel lugubre periodo.

Si arriva, così, al 26 maggio, quando i tedeschi, al termine dell’ennesima e cruenta battaglia, si rifugiano nelle abitazioni del paese. Forse lo fanno per nascondersi o forse per tendere una trappola ai nemici.

Ma i francesi non sono stupidi e se ne accorgono. Così, prendono d’assalto il borgo, o, meglio, lo bombardano.

La gente scappa ma non sa dove andare. Poi, prima uno, poi un altro ed infine tutti si nascondono nella chiesa principale.

Ad un certo punto, succede l’imprevedibile. I tedeschi, sentendosi braccati, scappano. Dunque, per gli abitanti è venuto il momento di festeggiare? Mica tanto, perché ora si aspettano l’arrivo dei francesi e si preparano alle relative (nefaste) conseguenze.

Che, però, non arrivano…

Come mai? Pare che gli ufficiali francesi, riunitisi durante la notte nella chiesa dedicata a san Rocco fuori paese, assistano ad un’apparizione sconvolgente. In pratica, “si dice” che migliaia di torce accese, sostenute da altrettante figure diafane, abbiano sfilato lungo le mura della cittadina. Sarebbero state le anime del purgatorio, chiamate dagli impauriti abitanti a difesa della propria terra…

Sia come sia, i spaventati francesi aspettano l’alba per fuggire, accontentandosi di un misero bottino.

Ma il “mistero dei misteri”, accade alle ore 20,17 del 13 settembre del 1980. Così scrive Giorgio Pattera nel suo libro “UFO: vent’anni di indagini e ricerche… (…e qualcosa abbiamo scoperto!)”, quando dà la voce ad uno dei testimoni. Eccone un breve estratto. “Ero seduta sotto la veranda di casa ad osservare il cielo sereno, che cominciava a popolarsi di stelle. All’improvviso ho visto accendersi nel cielo una specie di fuoco, ad un’altezza di circa 1000/1500 metri sopra la cresta della collina di Buzzò, distante dalla mia casa 6-7 km”. La descrizione prosegue. A quel punto la donna decise di chiamare il marito. E così entrambi notarono dietro alla collina “…bagliori, sparsi qua e là, che contrastavano con l’oscurità del cielo. Dopo pochi istanti abbiamo udito distintamente tre boati, simili ad esplosioni, a distanza regolare l’uno dall’altro: i primi due di uguale intensità, mentre il terzo è risultato più forte”.

antico disegno di stelle cadenti

Alla fine, prontamente avvisati dalla coppia, si mobiliteranno i Carabinieri e, grazie a questi, anche la Guardia Forestale. E tutti a perlustrare la zona, sia la sera stessa che il giorno successivo. Ma nulla verrà ritrovato, né relitti, né bruciature. Il che risulta strano, se non inspiegabile, visto che qualunque cosa sia caduta (un aereo? un meteoroide?) una traccia la doveva pur lasciare. Mi riferisco a resti metallici, alberi bruciati o un cratere da impatto.

Il mistero, dunque, rimane…