Vernasca (Piacenza), i misteri di Vezzolacca

di Stefano Panizza

Ed eccomi a Vezzolacca, dopo una lunga serie di curve che mi portano in cima ad una rupe. Qui, ad oltre 600 metri di quota, si gode una magnifica vista sul lago di Mignano e, più in generale, sulla Val d’Arda.

Il borgo è davvero minuscolo, con la piazzetta, le case in sasso, che spesso esibiscono delle piccole cappelle votive, e la chiesa. Quest’ultima dedicata a Sant’Alessandro (festeggiato il 26 Agosto), che la tradizione vuole subì il martirio durante il IV Secolo. Ma quella attuale è figlia della recente ristrutturazione di una chiesa edificata tra il 1784 e il 1785, a sua volta sorta sui resti di una precedente (e considerata una delle più antiche della Val Tolla). “Quando l’hanno messa a posto hanno trovato un sacco di ossa sotto al pavimento”, si premura di dirmi un signore che fermo sul sagrato.

 

Ma il giro continua…

Tutti si ricordano di Vezzolacca per la <Festa della Patata” che si fa a Ferragosto. Ma l’atmosfera non è sempre così allegra. Perché saremo rimasti in trenta ad abitare stabilmente il paese”.

A parlar così è un anziano e panciuto signore, che sta prendendo il fresco sotto un albero frondoso. Al suo fianco, un grosso cane color nocciola sta placidamente dormendo, per nulla interessato ai nostri discorsi. Che, in realtà, si stanno facendo molto interessanti. Infatti, ecco il proseguo del suo racconto.

E, nonostante sia un borgo così minuscolo, ha le sue storie inquietanti. Dovi sapere che poco dentro al bosco (NdA e con il braccio teso fa segno più o meno verso sud-est) c’è una casa abbandonata e fatiscente,  dove si dice che succedano cose strane. La storia è molto vecchia, perché l’ho sentita la prima volta che ero un ragazzo. Pare, dunque, che ad un certo momento la casa sia stata ristrutturata, in modo tale da poter essere nuovamente abitata. Nonostante questo, chi la comprava dopo un po’ la vendeva, fornendo frettolose spiegazioni per la sua decisione. E che non fossero quelle giuste me lo spiegò Franca, allora una ragazza pure lei e che oggi gestisce un negozio di fiori. Sì, perché da bambina aveva <fatto servizio> fra quelle mura e lì diceva che succedeva di tutto. Da rumori inspiegabili a porte che sbattevano senza motivo. Venne pure chiamato un prete per benedirla, ma non servì a nulla. Alla fine, più nessuno ha voluto abitare in quella casa. Ed oggi naturalmente cade in rovina.

Comunque, io sono passato diverse volte nella zona, come quando ho liberato quell’istrice che avevo catturato con una trappola. Sì, perché mi stava rovinando il campo di parate. Ma non me la sono sentita di ucciderlo e così l’ho lasciato andare nel bosco. E sempre ho buttato un occhio all’interno della casa, ma non ho hai notato nulla di strano”.

Ad ogni modo, non è chiaro quando i fenomeni siano iniziati e se ci sia stata una causa scatenante. Forse là c’è “qualcosa” che vorrebbe spiegarlo…